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Si è conclusa nei giorni scorsi presso il poligono di Monte Romano (VT), al termine di un intenso ciclo addestrativo durato un mese, l’esercitazione delle unità del 6° reggimento bersaglieri della Brigata Aosta con il concorso di un plotone esplorante del reggimento Lancieri di Montebello (8°), che ha avuto lo scopo di mantenere ed incrementare, in un contesto warfighting, le capacità e le funzionalità del comando di reggimento, del comando di battaglione e delle compagnie di fanteria con il concorso esplorante della cavalleria. 


L’esercitazione è stata concepita per addestrare i quadri e le truppe nell’organizzazione, pianificazione e condotta di operazioni militari, con particolare riguardo all’emanazione degli ordini, al coordinamento tra i plotoni costituenti il complesso minore, alla richiesta ed impiego del supporto di fuoco dei mortai. 

2. Addestramento allelimbarco operativo
In particolare, i comandanti ai vari livelli ordinativi hanno perfezionato le procedure di impiego delle minori unità, lo sfruttamento del terreno, l’addestramento al tiro con armi individuali e di reparto, l’alternanza del fuoco e del movimento delle squadre e dei plotoni, la guida dei veicoli tattici in off-road, il soccorso e lo sgombero dei feriti ed inoltre l’imbarco e lo sbarco operativo da elicotteri multiruolo. 

3. Esfiltrazione di un ferito
Questo ha permesso di valutare il grado di efficacia tecnico-tattica raggiunta dai posti comando schierati sul terreno, nonché il grado di operatività raggiunto dalle unità mortai nell’assolvimento dei compiti di supporto diretto. Tutte le attività sono state sviluppate in ottemperanza alle misure per il contenimento della pandemia da COVID – 19 e nel pieno rispetto delle normative ambientali. 

Magg. Giuseppe Genovesi

Brigata Aosta - Capo Sezione Pubblica Informazione

Ogni anno nascono nel mondo circa 15 milioni di neonati prematuri; in Italia sono 30mila. Con il Covid c’è stata un’impennata del 19,7 per cento di nascite pretermine. Nella città dello Stretto l’Unità operativa complessa di Patologia e Terapia intensiva neonatale ha raccolto l’invito della Sin e ha trovato la collaborazione dell’Ateneo messinese e dell’Azienda ospedaliera universitaria ‘Gaetano Martino’.

MESSINA, 17 NOV – Il plesso centrale del Rettorato dell’Università di Messina e le facciate del Padiglione NI dell’Azienda Ospedaliera Universitaria ‘Gaetano Martino, dove si trova l’UOC di Patologia e Terapia intensiva neonatale, si illuminano di viola in occasione del ‘Word prematury day’, ovvero la ‘Giornata mondiale della prematurità’ che si celebra oggi.

Ogni anno nascono nel mondo circa 15 milioni di neonati prematuri, si tratta di quei bambini nati prima della trentasettesima settimana di gestazione. In Italia ne vengono al mondo 30mila (il 7 per cento del totale). L’emergenza Coronavirus ha, purtroppo, ulteriormente aggravato questo dato poiché, come emerge dal rapporto del Registro nazionale Covid-19 istituito dalla Società Italiana di Neonatologia, nelle donne in gravidanza che hanno contratto il Sars-Cov-2 le nascite pretermine sono aumentate del 19.7% per cento.

 L’UOC di Patologia e Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina, diretta dalla professoressa Eloisa Gitto, ha quindi raccolto l’appello della Società Italiana di Neonatologia e di ‘Vivere’ onlus, insieme all’ Università e all’Azienda ospedaliera universitaria ‘Gaetano Martino: “Il colore viola è il colore dell’eccezionalità, così come eccezionali sono i piccoli prematuri che lottano per la sopravvivenza e i loro genitori”, spiega Eloisa Gitto.

L’iniziativa è sostenuta anche dal Dipartimento assistenziale materno infantile del Policlinico di Messina.

Padiglione NI AOU Gaetano Martino

La Giornata mondiale della prematurità è stata Istituita nel 2008 e si pone lo scopo di fare conoscere la realtà delle terapie intensive neonatali: “Il senso della Giornata – osserva il direttore del Dai materno infantile, il professore Carmelo Romeo – è dare voce alle famiglie di questi bambini e richiamare l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini, affinché ogni bimbo prematuro abbia le migliori cure possibili.”.

 

Lillo Maiolino

Senior reporter
(Giornalista professionista)

- di Giuseppe Messina –

   Grazie al temperamento, all’impegno costante e ai sacrifici del suo Presidente l’architetto Mario Benenati, Barcellona Pozzo di Gotto è, tra l’altro, protagonista da 30 anni, nel mondo del fumetto.

   L’Associazione sta festeggiando la ricorrenza con un interessante evento che è cominciato il 06 e si concluderà il 21 novembre con una mostra espositiva ricca di opere a fumetti, di stampe, di foto, di poster e un ricco apparato storico-narrativo.

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   Gli organizzatori stanno Ripercorrendo, assieme ai visitatori il percorso trentennale di attività, di passione, di incontri con autori di fumetti, di Festivals e mostre specialistiche tenutesi in giro per l’Italia.

La mostra è ospitata nei locali dell’ex Stazione Ferroviaria “Seme D’arancia”, al piano primo.

   Nell’ambito dell’evento è presentata, al piano terra degli stessi locali, un’anticipazione della mostra collettiva Anthropocene, un anteprima Mondiale ricco di opere che, ne siamo certi, stanno suscitando molto interesse.

   La sera del 13 u. s. è stato il giorno della festa di Fumettomania a cui ha dato il via il presidente Benenati che ha tracciato un filo conduttore della vita dell’Associazione ed ha ringraziato i presenti, l’Assessore ai Beni Culturali Viviana Dottore che ha portato il saluto dell’Amministrazione Comunale della città del Longano e, naturalmente, gli ospiti intervenuti ovvero gli autori Lelio Bonaccorso Art (da "Peppino Impastato" al recentessimo "Caravaggio e la ragazza"), Val Romeo (Dylan Dog, Morgan Lost ed il recente color Zagorla prigioniera degli Huron” ), Michela De Domenico ("Architettura Fantastica" ed il recente progetto "Leggere e creare il graphic Journalism), Maurizio Gemelli (Pittore e illustratore e direttore artistico della Galleria d'Arte Cavour a Messina), Damiano Gallinaro (“L’Isola di Brumalia”, 2014 e “Grand Hotel Desyatka”, 2020, quest’ultimo ambientato nella zona d’esclusione di Chernobyl) ed infine il giornalista e critico Andrea Mazzotta, i quali, dalle ore 17:00, hanno incontrato il pubblico nella sala Auditorium del Parco "Maggiore La Rosa" a Barcellona Pozzo di Gotto, per presentare la loro opera per la collettiva Anthropocene.

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   Da sottolineare come, con i loro interventi, questi autori abbiano saputo sottolineare efficacemente il problema dell’ecologia.

   In conclusione non poteva mancare un rinfresco per festeggiare i magnifici 30 anni di Fumettomania.

La mostra che si protrarrà fino al 21 di novembre ha i seguenti orari per i visitatori: il giovedì 18 e domenica 21 dalle 17.00 alle 19:30, il sabato 20 dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle 17:00 alle 19:30.

   In ottemperanza alle vigenti disposizioni normative per il contenimento del contagio da covid-19, per accedere ai locali della Ex Stazione ora Seme d’Arancia, sarà necessario indossare mascherina, sanificare le mani e mantenere la distanza minima di un metro fra le persone.
I nominativi di ogni partecipante saranno registrati all’ingresso, come prevede la normativa vigente.

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   Ai visitatori con età maggiore di anni 12, infine, sarà richiesto la certificazione verde covid-19/green pass all’ingresso.

   Nei giorni di giovedì 11 e 18 novembre, dalle ore 17:00alle ore 19:00, sono previste per i visitatori: delle letture a voce alta a cura della dott.ssa Mariella Chiaramonte (responsabile della Biblioteca Oasi, sez. ragazzi, di Barcellona P.G. e dello staff di Fumettomania, con libri di Gianni Rodari (nelle celebrazioni dei 100 anni dalla sua nascita, 23/10/1921 – 23/10/2021) e di libri legati alla nuova edizione, (2021-22) del progetto di lettura, approfondimento ed incontro con autori, per le scuole di Barcellona Pozzo di Gotto e dintorni, chiamato LEGGENDO UN FUMETTO“.

Riceviamo e pubblichiamo       —————————-

Brava Carlotta PREVITI.

Anche questa volta hai fatto centro contro ex assessore all' ambiente prof. Daniele Ialacqua.

Foto Ialacqua

La lucida ed articolata replica nasce dalla indiscussa professionalità ,   competenza ed onestà intellettuale, armi vincenti che bucano ogni   dissertazione fuorviante e menzognera partorita dalla mente distorta di un ex assessore che con questo incauto commento sulle pertinenti affermazioni del Sindaco contro il report ecosistema urbano, ha solo confermato il NULLA realizzato con il mandato di assessore all all'ambiente peraltro in linea con l ‘ intera squadra di governo della città della Giunta Accorinti

               Carmelo Cascio

- di Giuseppe RANDO -

Io che – alla mia età, e con tanti oceani di difficoltà attraversati, nell’Università e non solo, tenendomi a galla solo sui miei zoccoli – non sono certamente una mammola; io che posso vantarmi di non avere mai avuto padroni in terra; io che non ho mai stravisto per alcun uomo politico nostrano; io che non sono mai stato estremista né in politica, né tampoco nella vita vissuta; io che mi sono sempre professato, e sono, un intellettuale democratico di sinistra, pieno di dubbi e di limiti, come tutti gli esseri umani, ma immune da ogni “abbaglio” rivoluzionario, miracolistico o palingenetico; proprio io, ieri sera, davanti al televisore, mi sono stupito.

Era la prima volta, nella storia della televisione – devo dire –, che il conduttore, la conduttrice nella fattispecie, gli ospiti in studio e in diretta esterna, contro ogni prassi (più o meno formale) di pari opportunità, fossero esplicitamente schierati contro uno solo: che questo uno si chiamasse Matteo Renzi o Pasqualino Settebellezze, in questo caso, non conta. Certamente Lilli Gruber, che ha sempre mirato all’immortalità (televisiva), passerà alla storia come la conduttrice che ha fatto saltare il principio di pari opportunità nelle trasmissioni televisive.

Ma il mio stupore era accresciuto dal fatto che, molto evidentemente, i due più famosi e potenti editori del Paese, vale a dire Agnelli-FCA (padrone di due testate: “La Repubblica” e “La Stampa”, rappresentate in studio da Giannini) e Urbano Cairo, padrone del “Corriere della Sera” (rappresentato in studio dalla Gruber), si sono allineati sulle posizioni di Travaglio e del “Fatto quotidiano”, sposando quindi il connubio Cinquestelle-PD, la salita immediata di Draghi al Colle e la terza presidenza del Consiglio a uno-nessuno-centomila Conte. È il trionfo di Travaglio, che nemmeno Travaglio si aspettava. Ed è il trionfo, vero stavolta, del «pensiero unico»: mala tempora, dunque, per la repubblica italiana e per la democrazia. Lo si lasci dire a me, che non ho alcuna familiarità né con la profezia né con l’apocalisse. E ciò, senza alcun mio allineamento sulle posizioni di Renzi.

 * di Marcello Crinò *

Ormai da anni a Barcellona si lavora per il recupero della memoria storica, spesso trascurata, e dei suoi personaggi. Inutile citare i tanti libri, le tante conferenze, i contributi sui social, volti proprio alla riscoperta e alla valorizzazione dei personaggi locali, le cui vite spesso si intrecciano con vicende nazionali e internazionali. E’ il caso dell’abate Eutichio Ajello, del musicista Placido Mandanici, dello scultore Turillo Sindoni, del geografo Sebastiano Crinò, solo per citare quelli che ci vengono immediatamente in mente. L’ultimo, per adesso, è il bel libro di Giuseppe Giunta dedicato allo scultore Giosafatte Causerano, nato a Patti il 23 giugno 1865 e morto a Montevideo (Uruguay) il 24 giugno 1941. Per alcuni anni è vissuto e operato anche a Barcellona Pozzo di Gotto.

Giosafatte Causerano

L’autore del prezioso volume, edito da Smasher, è un geometra di professione, alacre operatore culturale (fa parte da tempo del direttivo della Pro Loco Manganaro) e libero ricercatore. Aveva iniziato le ricerche su Causerano da diversi anni, attenzionando in particolare la tomba monumentale della famiglia Romeo/Anzà nel cimitero barcellonese, incuriosendosi per la firma apposta dall’autore sulla base di una statua, perché il cognome Causerano non è presente in città. Incontra casualmente, nel 2006, nella sede della Pro Loco Manganaro, il geologo Sebastian Hulmos Gallotti, pronipote dello scultore, che avendo vinto una borsa di studio in Italia, aveva colto l’occasione per cercare a Barcellona le radici della sua famiglia.

Da qui Giunta inizia la ricostruzione della vita e delle opere realizzate dallo scultore, che da piccolo mostrò attitudine per l’arte figurativa. A Patti frequenta anche la bottega di un “puparo” e inizia gli studi artistici a diciotto anni, prima a Palermo e poi a Messina, dove aprirà nel 1890 una bottega d’arte. Nel 1898 si trasferisce a Catania dove insegna nella Scuola d’arte decorativa della Società Operaia. A Catania si dedica anche alla scenografia ed entra in contatto con l’attore Nicola Vito Natale, di origini pugliesi, che diventerà suo cognato. Infatti Giosafatte sposa nel 1902 Santa Munafò e nel 1906 Nicola Vito Natale sposa la sorella Pietra Munafò.

Causerano lavorò a Barcellona e in buona parte della provincia di Messina. A Barcellona realizza la Madonna del Rosario, in “cartone romano”, per la chiesa di San Paolo. Dell’opera, oggi scomparsa, esiste solo una vecchia foto. Nel cimitero comunale realizzò nel 1906 il monumento funebre del barone Ignazio Romeo (Randazzo, 1830 – Barcellona, 1903) e della moglie Emilia Anzà scomparsa nel terremoto di Messina (BarcellonaPG, 1845 – Messina, 1908). “La sontuosa installazione marmorea – scrive Giuseppe Giunta – evidenzia al centro della scena una giovane donna nell’atto di gettare un velo pietoso ricamato di boccioli di rosa sulle bare sostenute da due mesti leoni ed inclinate verso la stradella. I veli sorreggono i due blasoni della famiglia Anzà sul lato sinistro e della famiglia Romeo sul lato destro.” Il barone Romeo fu il benefattore dell’Ospedale di Patti, che porta proprio il suo nome.

Nel 1908 Causerano si trasferisce in America del Sud, alla ricerca di nuove occasioni di lavoro. Giunge a Buenos Aires, dove l’anno dopo è raggiunto dalla moglie e dai figli. Nel 1914 si trasferisce a Montevideo (Uruguay) e lavora nel cantiere per la costruzione del nuovo Palazzo del Parlamento. Apre poi una bottega di scultore e una fonderia per il bronzo. Successivamente impianta una fabbrica per la lavorazione della ceramica industriale e della porcellana, coinvolgendo l’intera famiglia. Morirà a Montevideo, a settantasei anni, a causa di un improvviso malore, proprio nella fabbrica di porcellana, che nel frattempo era gestita dal figlio Cecilio e dalle figlie.

Il libro presenta una rassegna stampa di giornali dell’epoca che parlano di Causerano. In uno di essi (Gazzetta del Sud, 20 novembre 1962) è presente un’informazione di un certo interesse, dalla quale si evince che il nostro artista fu direttore della Scuola serale di disegno della Società Operaia. Informazione che non si trova, a quanto pare, in nessun’altra fonte: “Agli angoli della sala di esposizione in alto, stanno quattro busti in gesso, opera degli scultori che diressero la Scuola, i barcellonesi Turillo Sindoni e Salvatore Causarano, e rappresenta i «numi» tutelari del sodalizio…” . Come si vede il Causerano è chiamato Causarano e il nome indicato è Salvatore e non Giosafatte. Ma certamente si tratta del nostro scultore, non essendoci stati altri scultori con questo nome.

Il libro si conclude con tre appendici. La prima, divisa in tre parti, è una storia sintetica ma esaustiva della Società Operaia di Mutuo Soccorso; Causerano visto attraverso di documenti dell’epoca; Causerano nei ricordi del pronipote Gallotti. La seconda appendice comprende l’elenco dei barcellonesi deceduti a Messina nel terremoto del 1908. La terza appendice contiene le illustrazioni e le fotografie.

Ritorno, per concludere, alla storia della Società Operaia, istituita nel 1862. La sua storia è stata poco studiata, anche per la mancanza di documenti soprattutto per la parte più antica. Sappiamo che sostenne all’inizio le spese delle cinque classi elementari e una scuola di disegno e plastica, che formò validi artisti, come il già citato Turillo Sindoni, lo scultore Salvatore De Pasquale, i pittori Iris Isgrò, Giuseppe Milone, Paolo De Pasquale e tanti altri. Poco conosciamo dei Presidenti del sodalizio prima del 1943, anno in cui, dopo la chiusura imposta dal fascismo (ma la scuola di disegno continuerà a funzionare nella sede della Gioventù Italiana del Littorio), viene nominato il nuovo Consiglio Direttivo, presieduto dall’avvocato Antonino Pino. Il 4 novembre 1943, alla presenza di tutte le autorità locali e del Sindaco della città, l’avvocato Gaspare Cattafi, viene dichiarata la ricostituzione della Società Operaia. Tra le ultime iniziative della Società, da ricordare lo scambio culturale con l’Asociacion Socorros Mutuos “Italia” di Chivilcoy (Argentina), grazie all’autore del libro Giuseppe Giunta, allora vicepresidente della Pro Loco Manganaro, e di Laura Boleso, archivista del Complejo Historico Municipal di Chivilcoy, avvenuta nel febbraio del 2015.

-          Giuseppe Giunta, Giosafatte Causerano, il geniale scultore riscoperto, Edizioni Smasher, 2021.

17 ottobre 2021

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