GIUSEPPE VULTAGGIO di Trapani
autore della poesia nr. 6
“Timpesta”
TIMPESTA
E mentri ‘a luci splenni e ‘u suli riri,
eccu arrivari, forti, ‘na timpesta,
cerchi riparu ma nun sai dunni ìri,
panicu, anzia…smacinìa la testa.
Ti para, cu viulenza, pi davanti,
- vulissi e ‘un poi scappari: si ‘mputenti! -
ti scarica cu forza scatinanti
la virità…comu si fussi nenti.
È strana ‘a sensazioni chi ti lassa,
pigghiasti un timpuluni e nun lu senti,
ti senti, ‘nveci, un pisci nta la nassa1:
dintra ‘na rizza ma… vivu e cuscenti!
Nun è di certu un jocu ”scavarcari”,
ci voli forza, firi, e la furtuna
d’àviri ‘n avversario di “marcari”
chi…almenu ‘na spiranza…ti la duna!
La firi ‘un manca ed a lu me “Signuri”,
jò ci addumannu forza e prutizioni,
mi sa, sta vota, servi lu so amuri,
lu so perdunu e la so cumprinzioni.
Jò speru di turnari nta ddu mari,
pi curriri e natari comu prima,
di nesciri d’‘a nassa, di satari
dda dintra l’acqua frisca e cristallina
e riabbrazzari li me pisciteddi
lu pisci “matri” e tutti ‘i pisci amici,
e fari un sautu e dirici a l’aceddi:
“ci fu “timpesta” ma…jò ci la fici!”
1 nassa: si intende un antico attrezzo da pesca tuttora impiegato nella pesca tradizionale e si basa su una strozzatura dell'entrata che costringe il pesce, ad entrare forzando le maglie non essendo poi più in grado di lasciare la trappola.
Traduzione letterale: Tempesta
E mentre la luce splende ed il sole ride, / ecco arrivare, forte, una tempesta, / cerchi riparo ma non sai dove andare, / panico, ansia…rimugina la testa. / Ti prende, con violenza, per davanti, / - vorresti e non puoi fuggire: sei impotente! - / ti scarica con forza scatenante / la verità…come se fosse niente. / È strana la sensazione che ti lascia, / hai preso un ceffone e non lo senti, / ti senti, invece, un pesce dentro una nassa1: / dentro una rete ma…vivo e cosciente! / Non è di certo un gioco “scavalcare”, / ci vuole forza, fede e la fortuna / di avere un avversario da “marcare” / che…almeno una speranza…te la dia! / La fede non manca ed, al mio “Signore”, / io ci domando forza e protezione, / mi sa, questa volta, serve il suo amore, / il suo perdono, la sua comprensione. / Io spero di tornare in quel mare, / per correre e nuotare come prima, / di uscire dalla nassa, di saltare / li dentro l’acqua fresca e cristallina / e riabbracciare i miei pesciolini, / il pesce “madre” e tutti i pesci amici / e fare un salto e dire a gli uccelli: / c’è stata “tempesta” ma…io ce l’ho fatta!”
La giuria deputata a selezionare in maniera meritocratica, le poesie pervenute, è stata presieduta dal prof. Giuseppe Rando.
“Professore ordinario di Letteratura Italiana presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina. Il prof. Rando è altresì membro del Comitato Nazionale per l’Edizione Nazionale dell’Opera Omnia di Federico De Roberto nonché componente del Comitato Scientifico della Fondazione Corrado Alvaro. Ha pubblicato saggi e volumi su autori maggiori e minori della letteratura italiana e segnatamente su Parini, Alfieri, Verga, Pirandello, Pascoli, Alvaro. Studioso di letteratura meridionale, interessato ai rapporti tra giornalismo e letteratura, ha anche contribuito, con una Introduzione e con un’ampia Prefazione, alla ristampa in volume dei Colloqui di Salvatore Quasimodo e de Il falso e il vero verde dello stesso Quasimodo”
- dalla prof.ssa KETTY MILLECRO: insegnante di Lettere presso l’Istituto tecnico economico statale A.M. Jaci di Messina, poetessa e interprete di poesie in vernacolo ed in italiano;
- dalla prof.ssa Elvira Bordonaro insegnante all’Accademia di Belle Arti Mediterranea di Messina e poetessa;
- dal Maestro Mariagrazia Genovese, pianista classica, compositrice e poetessa:
- dalla Dott.ssa Caterina Morabito, poetessa e Cavaliere della Repubblica.