- di Antonio Cattino -
La città di Messina che ha dato i natali ad uno dei più grandi pittori di ogni tempo, Antonello, non ha un vero e proprio monumento o luogo del ricordo a lui dedicato al di fuori del monumento celebrativo donato dall’Archeoclub Messina alla Città, con nobile gesto, l’8 maggio 2005 opera del maestro Alfredo Correnti; di una Piazza e di un busto bronzeo collocato nello scalone d’ingresso di Palazzo Zanca.
La mia proposta non si inserisce nella polemica sulla tomba di Antonello ma vuole essere lo schema tutto da riempire di un doveroso tributo da parte della città di Messina,al nostro grande pittore che tutto il mondo ci invidia, e verso cui finora abbiamo fatto pochissimo.
Non c’è infatti un luogo ne tramandi la memoria e che nel contempo possa essere sede di studi ed approfondimenti sulla sua figura e più in generale sulla pittura messinese e Siciliana del rinascimento, dove possano trovare posto anche dei locali da affidare agli artisti, ma anche un posto dove possano tenersi mostre di alto livello di pittura e scultura.
Quello che propongo è un grande spazio attrezzato in cui visivamente domina un importate monumento ad Antonello da Messina, frutto di un concorso internazionale, una statua che guarda verso l’imbocco dello Stretto contornata da una serie di costruzioni orientate a schiera sparsa, seguendo l’andamento del luogo, preferibilmente collinare che domini lo Stretto. In questo villaggio che contorna il monumento, dovrebbero allocarsi una sala per le mostre, un auditorium, una sala multimediale per la fruizione dell’opera di Antonello, sia con postazioni singole che per visite collettive, un locale ristoro (penso al turismo crocieristico per esempio, ma anche ai normali pacchetti turistici per Messina) e al turismo culturale ed universitario internazionale ed interno.
Importante sarebbe infine creare dei laboratori da affidare ad artisti messinesi della pittura,della scultura e della ceramica creando una passeggiata fra queste botteghe e locali a monte della statua.
La struttura delle costruzioni dovrebbe essere di tipo tradizionale, con un solo piano ft, ripercorrendo l’architettura rurale siciliana dei secoli scorsi, i locali più ampi potrebbero essere a 2 piani ft con un ricordo accentuato alla casa masseria siciliana.
Per quanto riguarda la localizzazione, dovrebbe essere un sito collinare a monte della città, non urbanizzato o scarsamente urbanizzato, in cui gli spazi, le altimetrie, il paesaggio e la natura possano avere il massimo della valorizzazione :
Penso per esempio alla collina dei Cappuccini ( costruendo parco Aldo Moro) o alla Valle del torrente
Trapani ( prima che ne sia completata la distruzione paesaggistica); però sarebbe molto suggestiva e di sicuro impatto turistico e scenografico una localizzazione a Monte Spuria, la collina che domina l’ingresso dello stretto sopra Granzirri, dove si potrebbe utilizzare anche, dopo averli ristrutturati, i locali dell’ex stazione telegrafica della Marina Militare oramai in rovinoso abbandono.