Giuseppe MESSINA, Apologia di un profeta. Nel quarantennale dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini, Movimento per la Divulgazione culturale, Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), 2015.
Lo scultore barcellonese Giuseppe Messina, peritissimo nell’arte del marmo e non digiuno di esperienze letterarie, dedica a Pier Paolo Pasolini, nel quarantesimo anniversario della sua morte cruenta, un polimetro di sbalorditiva pregnanza conoscitiva e di inusitata – benché talora incondita – potenza espressiva.
Non mancano, in verità, durezze metriche, soprattutto nei versi rimati di più tradizionale fattura, nei quali si avverte, senza meno, il peso della scuola. Ma quando si abbandona al verso libero, Messina riesce a sfiorare le corde misteriose della poesia, a suscitare pensieri e a trasmettere emozioni.
E però, magari a dispetto di certi critici bellettristi col naso all’insù, non ci è parso giusto distogliere il poeta dal suo bisogno espressivo (o magari rinviare a tempi migliori la pubblicazione della sua opera, dopo le revisioni d’obbligo).
Si tratta, per dirla in breve, di una sorta di epos generazionale, che ritesse, tra rimpianto, delusione e speranza, la vita e gli insegnamenti del grande poeta di Casarsa, ripercorrendone i tratti salienti: vi si potrà riconoscere la generazione postbellica che, negli anni Sessanta, si aprì, anche attraverso gli scritti e i film di Pasolini, alla vita politica e culturale, coltivando il «sogno di una cosa» da conseguire, contro l’ipocrisia borghese e il neofascismo democristiano-capitalistico, col recupero dei valori eterni dell’uomo.
Anche i giovani (i figli e i nipoti), per i quali l’opera è pensata, troveranno giovamento dalla lettura di questa originale apologia di Pasolini, profeta eccezionale e inascoltato dei nostri amari tempi.