Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Un patologo e il Ponte - “Deutschland uber alles" a dosi ripetute assai temibili per mezza Italia

  

-di Cosimo Inferrera *

Nel quadro di una nuova “realpolitik” la Germania, seconda nazione al mondo per prodotti esportati, sta realizzando con la Cina, la più potente in assoluto, un piano faraonico per il trasporto ferroviario da un paese all’altro attraverso la Russia e la Mongolia. L’altro giorno Angela Merkel insieme ad una ventina di businessmen di alto rango si è recata a Pechino per aprirsi ai mercati del colosso cinese e dei paesi intermedi, ricchi di risorse naturali. Iniziative del genere fanno ammirare il tradizionale spirito tedesco.

Luce ben diversa promana dalla Corte di Giustizia dell'Aia: nel giro di 80 minuti sancisce che l'Italia «ha mancato di riconoscere l'immunità riconosciuta dal diritto internazionale» a Berlino per i crimini commessi dal Terzo Reich. La sentenza pare soverchiare i principi della giustizia universale ed etica nella rappresentazione sostanziale di un diritto a dir poco ributtante. In questa cornice il celebre incipit dell’inno celebrativo ritorna a velare degli antichi fraintendimenti una serie di eventi sotto regia tedesca:  

  1. Il Corridoio V  da  Lisbona a  Kievconsente  alle realtà produttive della Baviera e dell’intero bacino della Rhur di interagire con vaste aree italiane, supportate a sud dagli hub portuali del sistema tirrenico e del sistema adriatico, a nord dagli assi stradali e ferroviari dei valichi del Sempione, del Gottardo e del Brennero. Stranamente i no Tav pare giochino una partita a favore dello shunt ferroviario dalla Francia alla Germania, a tutto danno dell’Italia. 2. L’ex Corridoio 1 viene sviato da Palermo a Bari – poi incluso tra Helsinki e Malta, che lo contesta – per integrare l’industria tedesca al nord-est italiano, al versante adriatico fino alla Puglia ed aprirle una via diretta alla Grecia prostrata. 3. Il definanziamento europeo del Ponte ne è la conseguenza. 4. Il definanziamento italiano della megastruttura si sincronizza con la realizzazione della tratta ferroviaria per l'accesso al nuovo tunnel del Brennero, che ha già ricevuto il finanziamento del Cipe per 1,6 miliardi di euro e l’approvazione del progetto preliminare da parte del comitato interministeriale. Nel Giugno 2011 il presidente della Giunta di Bolzano Luis Durnwalder dichiara: "Quest'opera è una priorità, perché con l'attuale pendenza i treni ad alta capacità non riescono a transitare; è necessario quindi abbassare la linea e ridurre la pendenza". Si interviene direttamente presso i ministeri competenti e sulle Ferrovie, mentre "gli esperti provinciali dovranno accompagnare i lavori per garantire ai cittadini la massima tutela dei loro interessi" mediante un allacciamento interrato o incapsulato.

Punto dopo punto si definisce così un piano strutturale ben coordinato: dal Portogallo a Berlino … dalla Cina a Berlino … dal Mediterraneo a Berlino … presto tutte le strade condurranno a Berlino, come l’antico detto “tutte le strade portano a Roma” o come l’odierno “tutto passa da New York” ! I traffici commerciali tra Germania e Cina si stanno, dunque, saldando in un circuito transcontinentale, di cui ancora non è definito il percorso mediterraneo. Dal canale di Suez, quasi triplicato in larghezza, dove si dirigeranno i giganteschi porta container cinesi, indiani, giapponesi ?

La Cina vicina alla Sicilia piattaforma strategica al centro del Mediterraneo mette in allarme mezzo mondo. Nell’Agosto 2010 la visita di Gheddafi in una cornice fastosa da impero romano, ricca di interscambi e piani energetici, non passa senza conseguenze. Gli U.S.A. possono tollerare che i cinesi impiegando i capitali svenati proprio alla GrandeMelasi installino in Sicilia, novella Cuba, vera portaerei degli interessi strategici statunitensi nel Mediterraneo ? Così a Marzo 2011 partono di notte 110 missili Tomahawk, che iniziano la rovina del nostro alleato libico. Subito Washington abbandona il teatro di guerra ai volenterosi franco-britannici, che entro Ottobre 2011 completano la demolizione del regine con la soppressione di Gheddafi. Le operazioni militari si placano; la regione nordafricana rimane politicamente instabile; la stessa Libia vede in crisi il suo status unitario.

Intanto si sviluppa la guerra dello spread sui Bund, cioè il sovra-rendimento parossistico che i BTp italiani devono pagare ai titoli tedeschi. A Novembre 2011 arrivano le dimissioni del governo italiano. Eppure appena tre mesi prima il quadro appare molto diverso. A Roma il ministro degli Esteri Frattini e Lou Jiwei, presidente di “China investment corporation” parlano del progetto cinese, che prevede: 1) l’aeroporto intercontinentale al centro della Sicilia con quattro piste parallele di cinque chilometri l’una per l’atterraggio dei grandi Jumbo, anche di quelli che in futuro porteranno duemila passeggeri per i voli transcontinentali; 2) il Ponte sullo Stretto; 3) la rete ferroviaria connessa a queste prime due infrastrutture; 4) il completamento dell’anello autostradale; 5) l’energia fotovoltaica; 6) i porti di Augusta e Pozzallo, idonei ad accogliere i nuovi giganti da 500 ml tonnellate. Settimo e ultimo punto, il centro direzionale di tutti gli assessorati della Regione per una spesa di oltre un miliardo di euro. A che serve un hub in Sicilia? In pochi anni accoglierebbe 30 milioni di passeggeri per essere a livello di Fiumicino, Parigi, Londra, Francoforte; poi servirebbe a smistare i voli dalle Americhe verso il resto d’Europa e verso l’Africa, che in atto debbono fare scalo prima a Londra o Francoforte. E se la Cina tratta con la Regione Siciliana, che resta padrona di casa, il suo interesse concreto si polarizza nella società «Stretto di Messina» per il Ponte, il cui progetto cantierabile in via di definizione deve rastrellare sul mercato finanziario internazionale il 60% del costo complessivo dell’opera, pari a 5 mld di euro.

Scomparso Gheddafi, caduto Berlusconi, dove finisce il Gotha mondiale di architetti e ingegneri affaccendati a Catania nel Maggio 2010 attorno al progetto Ponte ? Dove sono i capitali garantiti dalla BIIS di Mario Ciaccia, allora amministratore delegato di Banca Infrastrutture Innovazione Sviluppo, oggi vice Ministro ? Che ne è dei densi contatti tra Regione Siciliana e Bank of China ? E della visita della delegazione olandese ? Tutto evapora misteriosamente dans l’espace d’un matin.

 Ora i francesi hanno campo libero per realizzare in Marocco e Tunisia i progetti che le imprese italiane avevano in cantiere in Libia. Gli inglesi manovrano con strategia esclusiva nella profondità dell’Africa e la tragica fine in Nigeria del nostro ingegnere Lamolinara ne sarebbe la prova. Gli statunitensi credono di aver ripreso il controllo sulla Sicilia, ma dallo smembramento dei rapporti fra Italia, Nord-Africa e Cina non traggono vantaggi concreti, anzi … Proprio da questo pasticcio i tedeschi ritrovano gli amici cinesi svincolati dai progetti siciliani, a loro invisi ! A costo zero conducono una partita intelligente per varie opzioni geopolitiche nel Mediterraneo orientale: da Suez i loro amici possono scivolare diretti verso la Grecia e trovarvi porti e aeroporti, del tutto simili a quelli fatti svanire dai volenterosi in Sicilia; da Suez possono ancora dirigere su Bari per il salto rapido verso il cuore d’Europa.

E l’Italia ? Laddove Germania e Cina sembrano unite e vincenti, la penisola si presenta spaccata in due metà longitudinali, asimmetriche, come canna rotta sotto il tallone di un coltivatore fervoroso. Nell’Italia dal pensiero lungo, le regioni dell’arco alpino e la fascia adriatica convergono verso il nord-est quasi germanico, punto assai critico per la integrità della Patria. Nell’Italia dal pensiero corto, le regioni meridionali della costa tirrenica e specialmente la Sicilia sono ridotte allo status di provincia debellata per la peggiore sconfitta dalla fine della seconda guerra mondiale, senza prospettive di crescita e sviluppo. Il potenziamento promesso dall’UE della linea ferroviaria fino a Reggio Calabria e della linea Palermo – Messina attraverso Catania rappresenta infatti una rianimazione fittizia dell’ex Corridoio 1, perché il Ponte di Messina è stato cancellato.

Il costrutto proposto è talmente sballato da esser paragonabile ad un edificio di 15 piani, di cui si decida di saltare la costruzione dell’11° e del 12° per continuare poi i successivi piani in progetto. Ma ciò non basta a dimostrare quanto sia inviso il Ponte alla potenza che governa a Bruxelles ! Del Ponte, che costa quanto un ramo della Metropolitana di Roma, si enfatizzano gli aspetti di diseconomia, omettendo i benefici che nel lungo periodo derivano da ogni megastruttura. In malafede si inscrive il Ponte in un ambito localistico, mentre la sua importanza strategica per i commerci nel Mediterraneo si coglie solo osservando centinaia di km di costa siciliana e ciò che le sta di fronte.

Che tutto questo non sia lontanamente percepito da Messina non deve sorprendere. Decerebrata da due tremendi terremoti, la Città è suggestionata dai menestrelli di “Barcarole nello Stretto”, dai sottopontisti che temono l’ombra del Ponte, dagli illusionisti che attirano ingegneri e architetti con la speranza di recuperare il finanziamento statale del Ponte (che non esiste), dagli azzeccagarbugli che illudono altra gente con la bufala che lo Stato risparmierà la penale per il blocco dell’opera (impossibile in uno Stato di diritto), dai No Ponte animati dalla conta di uccelli sbandati dal Ponte che non c’è, mentre se ne infischiano dei pesci massacrati o storditi da centinaia di turbine delle autostrade del mare ... Per chi sfrutta i paraocchi, la prospettiva migliore a cinque metri dalla porta di casa propria sta nella realizzazione di un nuovo porto a sud, esposto a sciroccate e insabbiamenti,  praticamente inaffidabile per affrontare il traffico nello Stretto. Purtroppo a Messina manca la forza, la determinazione, il carattere di un Luis Durnwalder !   

Ma che la summa dei problemi non sia percepita dalla cabina di regia di uno Stato che deve governare otto mila km di costa, questo si, è fatto molto grave. Senza la connessione Ponte viene meno la possibilità di strutturare modernamente l’isola (alta velocità, alta capacità), il che impedisce certamente all’Italia di bilanciare la concorrenza straniera nel Mediterraneo attraverso l’adduzione della linfa captata da una Sicilia capolinea, adeguatamente “strutturata” quale terminale dei commerci dei paesi nordafricani e soprattutto dei flussi in arrivo da Suez. Invece il k. o. al Ponte delocalizza il traffico delle merci provenienti da Oriente, ideali per la pre-lavorazione artigianale e industriale. E’ sconfitta bruciante per la Sicilia che perde migliaia di posti di lavoro, ma deleteria soprattutto per l’Italia che si priva di una importantissima piastra di attrazione macroeconomica da nord verso sud, unica tendenza possibile contro la realtà di una Berlino calamita anche per l’ Italia dal pensiero lungo.

Insomma a netto favore della Sicilia ci sarebbe la posizione geografica che nessuno può toglierle. Però dalla fine della seconda guerra mondiale questa è servita solo agli alleati per seminare bombe verso l’Africa e il Medio Oriente, e nulla più; oggi permane il suo ruolo di vera seconda linea, esposta ad attacchi missilistici e nubi radioattive in caso di guerra sul teatro sirio-iraniano. Tutto questo non può più continuare ! La Regione Siciliana godrebbe della autosufficienza energetica, ma nessuno sa quanti milioni di barili escano dai suoi fondali, mentre per assurdo il costo del carburante qui è più alto che altrove. Anche questo non può più continuare ! La Sicilia ha dinanzi agli occhi il progetto ideale di una megalopoli di 5 milioni di abitanti, resuscitata dai sette punti di Lou Jiwei, presidente di “China investment corporation”, ma le manca il capitale. Metaforicamente Napoleone senza il Suffren, il Suffren senza Napoleone: la storia non si ripete, ma insegna. La Regione Siciliana avrebbe l’asso vincente nella mano sapiente dell’archistar Pier Paolo Maggiora, altamente stimato dai cinesi per il suo progetto delle «cento città» e della nuova Pechino sul mare, fiduciario italiano per il Fondo di investimento della Banca di Cina, incaricato di studiare il progetto per lo sviluppo della logistica italiana.Tuttavia pare certo che non saranno i cinesi a foraggiare il progetto, perché finora c’è lo stop americano.

Dalla guerra in Irak in poi la politica statunitense si caratterizza per le impressionanti azioni belliche senza una conseguente, adeguata strategia di pace, che alla lunga si rivela un non senso per i loro stessi interessi. Esemplificativo anche l’ultimo attacco alla Libia, i cui effetti li mettono fuori dai flussi commerciali intercontinentali tra Cina e Germania. Ad un osservatore attento non può sfuggire come l’Italia in Sicilia rappresenti ormai la terra promessa per il rilancio degli interessi statunitensi nel Mediterraneo. Ma gli U.S.A. hanno ancora la “vis” della potenza planetaria dopo le disastrose bolle originate dalla (ex ?) capitale del mondo, tali da mettere finanziariamente in ginocchio l’Occidente ? Se i Presidenti Obama e Monti ne hanno preso coscienza, è giunto il tempo che l’Italia metta sul tavolo la questione Sicilia, non più differibile.  

La Sicilia gestita e fruita in unica “Val” archeologica artistica più ricca d’Italia, secondo la visione storicistica dell’architetto Gesualdo Campo, illumini di pace il suo presente-futuro sotto il segno della cultura. In questa prospettiva divenga finalmente punto di convergenza dinamica di interessi e profitti, giustamente ripartiti tra le potenze del mondo, rispettose ed autolimitate. Un prossimo incontro tra Italia e Germania affronterà con un giro d’orizzonte a 360° le questioni ancora aperte: quale migliore occasione affinché i due alleati si facciano promotori di un tavolo a quattro con U.S.A. e Cina per ridare insieme speranza di crescita, dignità e sviluppo non solo alla Sicilia, ma al Nord Africa instabile ed al Medio Oriente. Da una salda, equiparata, utile interazione tra i quattro nell’area critica deriverebbero vantaggi certi per inglesi e francesi, ma soprattutto anticorpi dissuasivi contro certe potenze teocratiche in pericolosa corsa verso il nucleare, mentre galleggiano sul petrolio. Insomma più delle portaerei e dei caccia bombardieri dovrebbe valere la proficuità del lavoro e delle imprese per rilanciare definitivamente il Processo di Barcellona, gli accordi di Agadir per la Lega euro-mediterranea e panaraba. Alla Germania spetterebbe il compito di iniziare l’opera con il finanziamento europeo del Ponte, opera cardine per il Mezzogiorno ed il Mediterraneo.

Una volta in piedi, il Ponte porrà il problema della sua sostenibilità. Secondo alcuni studiosi si andrebbe incontro ad una grave diseconomia, che dovrebbe indurre il Cipe ad esprimere parere negativo sulla megastruttura, direttamente conducente all’abbattimento della Società Stretto di Messina. Proprio “per garantire ai cittadini la massima tutela dei loro interessi" – in linea con l’etica del Presidente Durnwalder - il gruppo “Non solo Ponte” ha interagito con il Consiglio Comunale di Messina e la Commissione Ponte. Attraverso il contributo gratuito di esperti di alto profilo in campo turistico-economico, energetico e socio-politico si è evidenziato che i proventi attesi dalle Tre Aree Tematiche del Ponte renderanno l’opera auto sostenibile ad initio, indipendentemente dai proventi incerti delle correnti di traffico iniziale. Al momento dell’inserimento nell’Accordo Programma Quadro il tema è misteriosamente svanito dal proscenio. E non è sospetto che non si dia spazio al dibattito pubblico che Non Solo Ponte propone da mesi ?

Senza assumere i connotati di un atto risarcitorio per i fatti abietti del secolo scorso, il gesto tedesco sarebbe emblematico di un rinnovato spirito di potenza, che accetta il valore del limite e lascia alle spalle i sogni di un dominio fatidico. Il che non sarebbe male anche per convogliare garanzie sul nuovo gigante del mondo, alleato pregno di millenaria saggezza, tuttora tremendamente incerto sul rispetto dei diritti umani. Certamente la Sicilia evento di fatti umani del genere darebbe impronta di speranza all’inizio Millennio !

*Ordinario di Anatomia Patologica a.r. della Università degli Studi di Messina - Gruppo Non solo Ponte

Ultima modifica il Sabato, 08 Ottobre 2016 19:19
Devi effettuare il login per inviare commenti

Calendario

« Novembre 2024 »
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30