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La Sicilia dopo Suez e il Ponte di Messina

 

 
 

- Cosimo Inferrera* -

Nel quadro europeo - e non solo - la Germania modella con mano sapiente la nuova “realpolitik”. Con la Cina ha già realizzato una linea ferroviaria faraonica attraverso Russia e paesi intermedi. Il Corridoio V da Lisbona a Kiev apre la Baviera e l’intero bacino della Rhur a vaste aree italiane attraverso i valichi del Sempione, del Gottardo e del Brennero; stranamente nessuno ha contestato questi trafori mentre i no Tav giocano una sospetta partita anti italiana. La realizzazione della tratta ferroviaria per l'accesso al nuovo tunnel del Brennero, finanziato dal Cipe per 1,6 miliardi di euro, si sincronizza placidamente con il definanziamento italiano del Ponte. L’ex Corridoio 1 sviato da Palermo a Bari integra l’industria tedesca al nord-est italiano, al versante adriatico fino alla Puglia e alla Grecia. Ne consegue il definanziamento europeo del Ponte. Anche a sud i traffici intercontinentali tra Germania e Cina si vanno saldando. Però dal canale di Suez triplicato in larghezza dove si dirigeranno i giganteschi porta container cinesi ?

A fine estate 2011, il ministro degli Esteri Frattini e Lou Jiwei presidente di “China investment corporation” parlano di un progetto cinese che prevede: 1) l’aeroporto intercontinentale al centro della Sicilia con quattro piste parallele di cinque chilometri l’una per l’atterraggio dei grandi Jumbo; 2) il Ponte sullo Stretto; 3) la rete ferroviaria connessa alle due infrastrutture; 4) il completamento dell’anello autostradale; 5) l’energia fotovoltaica; 6) i porti di Augusta e Pozzallo, idonei ad accogliere i nuovi giganti da 500 mila tonnellate; 7) il centro direzionale di tutti gli assessorati della Regione per una spesa di oltre un miliardo di euro. A che serve un hub in Sicilia? In pochi anni accoglierebbe 30 milioni di passeggeri per essere a livello di Fiumicino, Parigi, Londra, Francoforte.

La Sicilia piattaforma strategica al centro del Mediterraneo mette in allarme mezzo mondo. Scompare Gheddafi, cade Berlusconi. Dove finisce il Gotha mondiale di architetti e ingegneri affaccendati attorno al progetto Ponte ? Dove sono i capitali garantiti dalla BIIS di Mario Ciaccia, amministratore delegato di Banca Infrastrutture Innovazione Sviluppo, oggi vice Ministro ? Che ne è dei densi contatti tra Regione Siciliana e Bank of China ? E della visita della delegazione olandese ? Tutto evapora misteriosamente.

Nell’Italia dal pensiero lungo, le regioni dell’arco alpino e la fascia adriatica convergono verso il nord-est quasi germanico; nell’Italia dal pensiero corto, le regioni meridionali della costa tirrenica, la Sicilia specialmente, sono senza prospettive di crescita e sviluppo. E’ qui, dunque, che bisognerebbe praticare una terapia intensiva e mirata. Al contrario le promesse dell’UE circa il rinnovo della linea ferroviaria fino a Reggio Calabria e della Palermo – Messina attraverso Catania rappresentano una rianimazione fittizia dell’ex Corridoio 1, perché il Ponte di Messina è stato cancellato. Senza questo raccordo strategico, che costa quanto un ramo della Metropolitana di Roma, viene meno in Sicilia l’alta velocità e l’alta capacità di trasporto, il che impedisce di bilanciare la concorrenza straniera nel Mediterraneo attraverso l’adduzione della pre-lavorazione artigianale e industriale delle merci in arrivo da Suez e dai paesi nordafricani con perdita di migliaia di posti di lavoro.

Dunque con il Ponte la Sicilia diverrebbe baricentrica per l’intera area. Invece dopo la seconda guerra mondiale essa è servita agli alleati solo per seminare bombe verso l’Africa e il Medio Oriente, nulla di più; oggi di certo permane solo il suo ruolo di vera seconda linea, esposta ad attacchi missilistici e a radioattività nel caso di guerra sul teatro sirio-iraniano. Tutto questo non può continuare ! La Regione Siciliana godrebbe della autosufficienza energetica, ma nessuno sa quanti milioni di barili escano dai suoi fondali meridionali, mentre il costo del carburante è più alto che altrove. Anche questo non può continuare ! Oggi la Sicilia può proiettarsi nel futuro attraverso la riunificazione secondo Gesualdo Campo delle sue tre “Val” archeologiche artistiche più ricche d’Italia, radici antiche per il progetto di una megalopoli di 5 milioni di abitanti, resuscitata dai sette punti di Lou Jiwei. L’asso vincente sta nella mano dell’archistar Pier Paolo Maggiora, fiduciario italiano per il Fondo di investimento della Banca di Cina.

E’ grave che da Messina non si percepisca come l’intero costrutto trovi la sua chiave di volta nel Ponte, mentre pare più produttivo indugiare dubbiosi sulle previsioni di diseconomia della megastruttura. Il Comune di Messina e la Società Stretto di Messina avrebbero in serbo la soluzione dirimente, ma finora non inseriscono nell’Accordo Programma Quadro la proposta di “Non solo Ponte” centrata sulla riconfigurazione funzionale dell’opera, lasciandone immutata la struttura. Attraverso il contributo gratuito di esperti di alto profilo è stato evidenziato infatti che i proventi attesi con la realizzazione delle Aree Tematiche turistica-economica, energetica, socio-politica renderanno il Ponte auto sostenibile, indipendentemente dai proventi delle correnti di traffico iniziale. Che la summa di tali problemi possa essere misconosciuta e sottovalutata dalla cabina di regia di uno Stato che governa otto mila km di costa in conclamata recessione, questo si, è un fatto di gran lunga più grave e misterioso.

Dopo il viaggio in Oriente del Presidente Monti è di nuovo possibile che siano proprio i cinesi a foraggiare il progetto, nonostante la presenza strategica americana in Sicilia. Oggi la Cina è ancora polarizzata sulla «Stretto di Messina» per il Ponte, il cui progetto “finanzia” deve rastrellare dal mercato internazionale il 60% del capitali necessari alla costruzione della megastruttura. Intanto il costo del trasporto container è raddoppiato e i premi assicurativi su nave ancora più onerosi; rispetto ai 7 – 10 giorni necessari per il periplo da Gibilterra al Nord Europa, il percorso ferroviario di sole 18 - 24 h dalla Sicilia alla Germania via Ponte comporta risparmi molto rilevanti. Quale migliore occasione, dunque, per ridare speranza di crescita, dignità di sviluppo al Meridione d’Italia e al Nord Africa ?  

 

 

*Ordinario di Anatomia Patologica a.r. della Università degli Studi di Messina – Gruppo “Non solo Ponte”

 

Ultima modifica il Sabato, 08 Ottobre 2016 19:18
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