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La Pasquetta con fave e pecorino Siciliano!

- a cura di Alessandra Garavini -

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Tra i primi prodotti di primavera spiccano le fave novelle, un piatto di fave crude e pecorino o di fave e salame, come avviene in Liguria, è uno dei modi migliori per salutare la bella stagione.

La fava è uno dei legumi di più antico consumo in Europa: per anzianità pare seconda solo alla lenticchia. Si sono addirittura trovate fave tra i resti di villaggi neolitici in Svizzera. Il primo a scriverne fu Omero nell’Iliade e c’è una curiosità legata a Pitagora, il quale ne proibì l’uso ai propri seguaci, forse per motivi religiosi che dipingevano la fava come un cibo impuro o semplicemente perché Pitagora era affetto da favismo, una carenza enzimatica genetica che può portare a crisi emolitiche.

 

Forse per questo motivo il nostro legume è stato per secoli il cibo dei poveri, ed era considerato da molti un alimento tossico, sia fresco che secco.

Le favesono i semi di una leguminosa a fusto eretto, Vicia fava, che cresce in tutto il bacino del Mediterraneo. Sono contenute in un baccello lineare lungo fino a 25 cm, se fresche sono di colore verde, secche di colore bruno e molto dure.

Le fave fresche si mangiano così come sono, o accompagnate da pane e cipolle, salumi e formaggi, come contorno o anche insieme a minestre di verdure.

Le fave secche private del tegumento, vengono bollite senza ammollo preventivo e rammolliscono fino a diventare un purè.

 

La maggior parte di noi ora può davvero gioire di questo prodotto che va consumato appena colto, nel giro di 48 ore. Per questo si presta a un consumo soprattutto locale. Vista la sua diffusione su tutto il territorio nazionale non sarà un problema, quest’anno sembra esserci una buona qualità diffusa, dalla Sicilia passando per la Calabria, Puglia e Lazio, fino al Nord.

 

Secondo un'antica tradizione agraria, nell'orto sarebbe bene seminare alcune fave all'interno delle altre colture poiché questo legume, oltre ad arricchire il terreno di azoto, attirerebbe su di se molti parassiti, che di conseguenza non infesterebbero  altri ortaggi.

I dietologi ci ricordano, inoltre, che tra i legumi, le fave risultano essere meno caloriche (40 calorie per 100 grammi).
Ma attenzione, questi numeri riguardanole fave fresche, perché con quelle secche l’apporto calorico sale vertiginosamente.

In particolare le fave sono ricche di potassio con effetti diuretici e depurativi ed anche di calcio e ferro.

Fra le vitamine sono presenti in buona quantità la A e la C.

 

Importante è la presenza di fibre insolubili che aiutano lo svuotamento intestinale, per questo le fave possono essere sia diuretiche che leggermente lassative.

Acqua

83.90

gr

Proteine

5.20

gr

Carboidrati

4.50

gr

Grassi

0.40

gr

Un modo per assaporare la Sicilia di un tempo è quello di preparare il Maccu;una polenta-minestra di fave secche, sgusciate, fatte cuocere tanto a lungo che schiacciandole (ammaccandole: da qui il nome) si trasformano in una purea densa, da mangiarsi così o con l'aggiunta di pasta.

 

La ricetta del Macco subisce diverse varianti a seconda delle provincie.

Qui ripresento quella pubblicata dal Giornale di Sicilia nel 1968, in occasione delle rievocazioni di antiche pietanze siciliane:

“Maccu: la sera precedente la preparazione della minestra, si sgusciano le fave secche. Il giorno dopo si mettono a cuocere inuna pentola, con poca acqua, a fuoco lento, avendo cura di schiacciarle man mano che vanno cuocendo, in modo da formare una poltiglia. A questa purea si aggiunge tanta acqua, quanto basta per cuocervi la pasta, generalmente “attuppateddi”. Per rendere la minestra più saporita, si ha cura di mettervi dei pezzetti di lardo”.

 

In realtà sembra che il contadino di un tempo non aggiungesse né la pasta né il lardo, ma solo un filo di olio extravergine di olivo crudo al momento di consumarla.

Quale migliore occasione della classica scampagnata di Pasquetta per gustare fave e pecorino? E allora speriamo che il tempo ci assista! Buona Pasqua 

Ultima modifica il Sabato, 08 Ottobre 2016 18:54
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