- di Marcello Crinò -
L’arrivo in Sicilia degli Spagnoli (XVI secolo) favorisce un rinnovato interesse religioso che si concretizza nell’edificazione di chiese e conventi dotati di beni finalizzati ad opera di assistenza e istruzione. I conventi si iniziano a costruire nel 1583 quando i Carmelitani s’insediano su una collina di Pozzo di Gotto costruendo la chiesa ed il convento.
La chiesa, a tre navate, rimase danneggiata assieme al convento durante il terremoto del 1783. Il prospetto principale è organizzato a salienti, affiancato in origine da due torri laterali, e caratterizzato da un portale d’ingresso principale con stipiti e architrave scolpiti in pietra con forme lineari. Il timpano è posto a coronamento del prospetto.
Nei primi decenni del XX secolo le due torri sono state demolite e nella parte posteriore è stata aggiunta sull’abside una cupola a bulbo di tipo orientale. Inizialmente in lamiera zincata, alcuni anni fa è stata sostituita con una di analoga forma ma in lamiera di rame.
Nel 1982 la chiesa, decorata all’interno con gusto barocco, è stata sottoposta a restauro. Tra le opere di pittura da segnalare i quadri ad olio su tela con la Madonna del Carmelo e Santi Simone Stock e Cirillo e Crocifisso e Santi Carmelitani, di fattura tardo-barocca della pittura siciliana del Settecento. Dei fratelli Vescosi è la tela con San Spiridione che risana un ragazzo, mutila della parte inferiore del supporto perché vittima di un furto avvenuto nell’inverno del 1988. In quell’occasione furono trafugati altri due quadri del Vescosi: la Presentazione di Maria al Tempio e il Sant'Andrea Apostolo.
Per quando riguarda la scultura troviamo un Crocifisso settecentesco in cartapesta e il bellissimo simulacro della Madonna del Carmine scolpita in legno da Carmelo Occhino sul finire del Settecento. La statua della Madonna viene portata in processione lungo le strade del quartiere l’ultima domenica di luglio.
5 agosto 2019