- di Marcello Crinò -
Il quartiere di Nasari è uno dei più antichi di Barcellona, in quanto esistente già nel 1270. Anticamente il feudo di Nasari si estendeva verso sud e confinava con quello di Gurafi. La chiesa di Nasari, dedicata inizialmente a S. Maria di Nasari, esisteva già nel 1300, come risulta dall’elenco delle “decime” degli anni 1308-1310 (cfr. Raziones Decimarum ..., a cura di Pietro Sella, p. 47).
Fu poi dedicata a San Rocco, in occasione della peste del XVI secolo, e forse venne anche ampliata assumendo la configurazione attuale. Un primo intervento di ripristino in epoca moderna risulta effettuato nel 1945. In seguito, nel 1999, fu operato un restauro vero e proprio con risistemazione degli spazi interni secondo le nuove norme liturgiche che prevedono la collocazione del tabernacolo in una cappella a se stante, dove è stato messo in evidenza un antico arco in pietra. In quell’occasione sotto il pavimento, realizzato negli anni Cinquanta del secolo scorso, venne rinvenuto l’antico pavimento in cotto settecentesco e tre cripte con volte a botte, nonchè un pozzo per il deposito di ossa umane. Sono stati trovati pure i resti di sette altari. Non è stato possibile operare un recupero di queste strutture per mancanza di fondi, e quindi sono state lasciate due piccole botole vetrate nel nuovo pavimento in cotto per mostrare il pavimento sottostante.
La chiesa conserva varie tele del XVII secolo e una delle più belle sculture esistenti nella nostra città: la statua di Santa Caterina d’Alessandria, opera sicuramente di Vincenzo Gagini (1527 circa-1595), come risulta dallo studio pubblicato sul fascicolo della rivista “Kalos” dedicato a Milazzo (n. 5 del settembre-ottobre 1993). Realizzata intorno al 1560, risponde infatti allo stile del suo ultimo periodo e il modello di riferimento è una statua del padre Antonello eseguita per la chiesa di San Domenico di Palermo. Secondo una leggenda locale, era destinata a una chiesa di Castroreale, ma i buoi che trainavano il carro con la statua giunti di fronte alla chiesa si fermarono e non vollero più proseguire, e nonostante gli sforzi dei presenti non fu più possibile farli andare avanti. Si decise così di portarla all’interno di San Rocco e porla in un altare a sinistra della navata.
25 gennaio 2020