- di Giuseppe Cavarra -
Era dura la vita dei primi cristiani. Si nascondevano dove potevano, come potevano, ma i nemici di Dio li scovavano lo stesso: li prendevano, li immergevano nell’acqua bollente, li arrostivano sui carboni, li davano in pasto alle bestie.
Nella città dove i cristiani vedevano notte e giorno la morte con gli occhi arrivò una mattina S. Paolo che sapeva farsi valere. Appena lo seppero, le genti a frotte andarono a trovarlo. Lo trovarono che si stava sbarbando:
«S. Paoluzzo, correte!» gli dissero.
«Che è tutta questa fretta?» chiese S. Paolo.
«Correte, correte… I cristiani non ne possono più…».
«Che fretta! Non vedete che mi sto facendo la barba?», rispose S. Paolo.
«S. Paoluzzo, muoiono come le mosche... Le bestie non si saziano mai…».
«Ho sentito, ho sentito… A questo punto dieci cristiani in meno, dieci cristiani in più che importanza può avere?»
«Così dite voi?»
«Dico così perché è così».
Finì che S. Paoluzzo prima si fece la sua barba e poi corse dove c’era bisogno di lui.
Pare che il detto sia nato proprio da questa vicenda.