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La ricostruzione della città

Scritto da  Apr 26, 2013

- di Alessandra Basile -

La prima descrizione   della città a dieci anni dalla ricostruzione è legata a una malinconica   pagina di Guido Ghersi: "Sotto il limpidissimo cielo lavato dalla   pioggia la nuova città poteva apparire anche più nuova, con i suoi rettifili   lucidi e le sue case tutte, o quasi tutte, bianche e le sue piazze   inesorabilmente quadrate o rettangolari, tranne una che , con la croce di due   strade e i prospetti di quattro palazzine, faceva un ottagono aperto da   quattro lati(...). Dieci anni prima lì non c'era che un mondo livido e   uniforme, tra cui vagavano le ombre degli scampati, e il resto della Terra   leggeva, atterrito, il numero pauroso delle vittime, contemplava la   straordinaria visione di una città crollata in pochi secondi, come i castelli   che i ragazzi fanno con le carte".

Nel 1911 lo Stato creò una commissione di notevole livello scientifico   per far fronte alla tragica situazione in cui versava Messina, ormai una   città fantasma.

Venne ideato da Luigi Borzì. Il piano preveda sventramenti generalizzati   per ricostituire un sistema viario urbano, demolizioni indiscriminate per   l'ampliamento delle strade e, soprattutto, per la costruzione di edifici più   idonei di quelli posti in essere oltre un secolo prima. Il giudizio   prevalente sulla validità del piano Borzì si presente, oggi, assai critico:

"il primo   pensiero del Borzì avrebbe dovuto essere quello di conservare l'impianto   urbano nel suo schema generale, quello del mantenimento della vecchia città,   conservandone, l'impronta generale, ed anche il ripristino della forma   originaria; invece, sarà soltanto la leggibilità del paesaggio naturale ad   esaurire tutti i termini della raffigurazione del paesaggio urbano, proprio   perché si rinunzia ad altri riferimenti, alle tracce raffigurabili e   misurabili dell'attività degli uomini, ad esempio, che pure, per molti   aspetti, potevano essere recuperati. E senza questo sforzo di nuove comprensione   del senso della città, l'impianto sarà per lo più imposto dalle necessità e   dalle urgenze. Così il rinascente orgoglio municipale e la forte volontà dei   superstiti, sembreranno esaurirsi nel mantenimento del sito, ma da questo non   deriveranno automaticamente ritorni di ruolo e di antiche funzioni".

(Giuseppe Campione"La configurazione territoriale dell'aspetto   urbano")

Ultima modifica il Domenica, 23 Ottobre 2016 04:59
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