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Articoli filtrati per data: Venerdì, 26 Febbraio 2021

- di M. C. -

Tornano sulla scena Carmelo Imbesi e Carmen Zangarà del Duo Imbesi Zangarà, balzati da poco all’onore delle cronache per aver celebrato i loro primi dieci anni, in duo e nella vita, presentando al pubblico l’omaggio a Ennio Morricone ed eseguendo le musiche del “Nuovo Cinema Paradiso”. Questa volta, a fare notizia è il loro ultimo brano, intitolato “Pomelie”, una composizione per duo di chitarre, scritta nel novembre 2020 dal compositore Carlo Francesco Defranceschi. Il brano di musica classica contemporanea con partitura edita da Rugginenti Classica gruppo Volontè e Co è uscito il 26 febbraio per l’etichetta discografica Classical Music 3.0  Records su tutti gli store digitali.

«Pomelie é una breve ma elaborata miniatura per duo di chitarre. Il tema ternario principale, dietro una parvenza di delicata nenia, nasconde nella stessa linea melodica il preciso calcolo dello sviluppo armonico in solida architettura. Il Duo è per la più parte disegnato come un quartetto d’archi, attraverso l’attribuzione a ciascuna chitarra dello sviluppo di due singole voci. La tenuta interpretativa del suono garantisce il colore delle armonie che, anche se ricercate, transitano all’ascoltatore senza apparente difficoltà, – dichiara il compositore Carlo Francesco Defranceschi.  – Il secondo tema vive in non semplici atmosfere di frammenti di accordo per la parte acuta del primo strumento, mentre la seconda chitarra, a bordone, si prodiga nel grave e medio registro con calda concitazione armonica, garantendo la cantabilità della melodia, cui é sottesa. Entrambe le chitarre volutamente esigono la sesta corda in RE, proprio al fine di avvantaggiarsi del massimo guadagno nei coinvolti suoni armonici. Agogica e ritmica rimangono affidate interamente alla sensibilità ed all’affinità emotiva dei due solisti. Dedicata al Duo Imbesi Zangarà, quale omaggio alle loro raffinata preparazione tecnica ed eleganza interpretativa, unitamente alla preziosa ed efficace complicità.»

Duo Imbesi Zangarà Mylae 9

Una dedica al duo che è anche una dedica alla Sicilia, rappresentata da questo meraviglioso fiore a grappoli che preannuncia la calda stagione e le tiene compagnia fino all’autunno come a rappresentare una “complessità piacevole e graduale” tradotta in musica che lo stesso compositore auspica “possa lasciare il vuoto come qualcosa di estremamente complesso che, però, termina troppo presto per l’impatto che provoca in chi l’ascolta”. Così, la chitarra abbandona le sue vesti di strumento popolare e non adatto a composizioni di questa caratura, trasformandosi e dando vita a una melodia colta ma per il pubblico, coinvolgente anche se dotta e rara.

«Se dovessi descrivere “Pomelie” al mio pubblico, direi che è un'elegante ricerca armonica distillata in meno due minuti – dichiara Carmelo Imbesi del Duo Imbesi Zangarà. – L'immagine di un quartetto d'archi che si sposta in modo cadenzevole fra i vari cromatismi velati di contemporaneità e di tinte retró. Esplode nella seconda sezione il canto di un violoncello, sostenuto da lunghi suoni acuti che disegnano un'armonia incompleta ed eterea. Una Nènia che rievoca la Sicilia scolpita nei ricordi dell'Autore e viva nel respiro degli interpreti. Un particolare la caratterizza: l’opera è dedicata solo a due chitarre, trattate nel modo più sensuale e romantico che questa formazione possa offrire.»

M. C.

26 febbraio 2021

Pubblicato in Comunicati stampa

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina.  Nella città  dello Stretto, nel palazzo del Municipio, nel salone di rappresentanza,  sventolano 27 bandiere, a ricordo della genesi della U.E. , merito di un esimio messinese: Gaetano Martino che Pippo Previti, gia' Qui, in questa prestigiosa sede, Susanna Agnelli e i ministri d' Europa, si sono incontrati, a memoria storica di un momento decisivo di coesione tra gli Stati europei. In questa  stessa sede, l' Accademia Euromediterranea ha consegnato, piu' volte, i Premi prestigiosi per la cultura e tanti altri eventi, politici e culturali e diverse  unioni civili si sono svolte ed avvicendate, qui, sotto lo sfondo dell' azzurrita' del mare dello Stretto.  Riceviamo da Ernesto Bernardo una riflessione su Messina e i suoi legani con l' Europa.

"Concordo pienamente caro professore Inferrera di AEM, la nostra è una città unica al mondo, piena di storia, miti, leggende, una città che storicamente ha avuto spesso un ruolo di primaria importanza a livello nazionale ed internazionale.

Tuttavia, pochi messinesi sanno che i semi che portarono alla nascita dell’Unione Europea furono impiantati proprio a Messina, nel corso di una conferenza che ebbe luogo tra la nostra città e Taormina dall’1 al 3 giugno del 1955, per volontà dell’allora Ministro degli Esteri italiano, il messinese Gaetano Martino. 

I partecipanti alla conferenza furono i ministri degli Esteri dei sei paesi membri della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) (Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi), un’istituzione costituita nel secondo dopoguerra (1951), che rappresentava un primo esempio di integrazione tra nazioni a livello europeo, prevedendo strutture comuni per gli stati membri (l’Alta Autorità, il Consiglio dei Ministri e la Corte di Giustizia) e una parziale cessione della sovranità nazionale.

L’obiettivo della Conferenza di Messina era avviare dei negoziati utili a far proseguire il processo di integrazione europea.

Alla conclusione della conferenza, il terzo giorno, venne resa nota la cosiddetta “dichiarazione di Messina" (o Risoluzione di Messina), attraverso la quale i sei paesi enunciarono una serie di principi e di intenti volti alla creazione della Comunità europea dell’energia atomica (EURATOM) e di quello che diverrà, nel volgere di due anni, con la firma dei Trattati di Roma del 1957, il Mercato Europeo Comune (MEC), istituito insieme alla Comunità Economica Europea (CEE) (successivamente divenuta “Comunità Europea” (CE) con i trattati di Maastricht del 1992, ed infine “Unione Europea” (UE), che conta oggi 27 nazioni). 

Ricordando una pagina importante della nostra storia, vorrei appellarmi a quello “Spirito di Messina”, che animò la conferenza del 1955 ed i padri fondatori della Comunità Europea, e che ancor oggi  è chiamato in causa come esempio quando i rapporti tra i Paesi Europei sembrano compromettersi. Con l’augurio che le Regioni ed i politici attuali, a prescindere dal partito politico di provenienza, riescano finalmente a mettere da parte inutili contrasti e inizino a collaborare insieme, in uno spirito costruttivo...per il bene dei territori e della comunità. Ricordiamo il nostro passato...per costruire un futuro migliore."

Pubblicato in Comunicati stampa

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