- di Giuseppe Cavarra -
Mèttiri la sputazza a lu nasu [Mettere la saliva sul naso]
È un detto che in Sicilia ha larga diffusione. Nella maggior parte dei casi viene usato per evidenziare l’idea di vittoria accompagnata con un pizzico di dileggio nei confronti del concorrente o dell’avversario.
A quanto pare, il detto è nato in una scuola, dove il maestro puniva gli allievi incuranti dei propri doveri ricorrendo ad un castigo che non teneva in nessun conto la raccomandazione degli antichi: maxina debetur reverentia puero.
Secondo il Pitrè, si tratta di un castigo che «certi maestri di villaggio» infliggevano agli «scolaretti negligenti […] per mezzo d’un altro scolaro che stava innanzi a lui per istudio e diligenza; il quale intingeva della propria saliva la punta dell’indice e la passava sul naso del ragazzo, talora appiccicandovi una pagliucola o un pezzettino impercettibile di carta».
Il grande folklorista considera il castigo «non pulito certamente, ma di grande efficacia per la vergogna ond’è preso chi l’ha meritato». Evidentemente, al tempo in cui il Pitrè scriveva queste parole, non era molto sentito il problema della prevenzione intesa come azione che promuove la salute mentale del bambino e garantisce lo sviluppo della personalità dei più deboli nelle dimensioni necessarie alla loro più completa realizzazione.