- di Giuseppe Cavarra -
Ci sono santi che i miracoli li fanno nel giusto verso e ci sono santi che i miracoli li fanno al contrario. Uno di questi è Santo Sano.
Un muratore che a lui si rivolse quando un giorno si vide in pericolo precipitò giù con tutta l’impalcatura; un operaio che lo invocò per un dito che gli si era anchilosato si trovò rattrappita tutta la mano. Un povero venditore ambulante di broccoli lo pregò che gli rimettesse in piedi l’asino acciaccato col quale portava in giro per il paese la sua povera mercanzia; avvenne che di lì a qualche giorno prima tirò le cuoia il povero animale e subito dopo il povero broccolaro.
Santo Sano, insomma, era un santo che non rifiutava il suo aiuto a quanti a lui si rivolgevano per ottenere una grazia, ma gli mancava la forza di volgere a buon fine le preghiere degli uomini. Proprio come certi politici del nostro tempo che dicono di governare per il bene del popolo e poi nulla fanno per tirare i cittadini fuori dai guai.
Che non sia dalla “storia” di Santo Sano il detto liminese Carrìa rassura e-nnam-prijari santi [Trasporta concime e non pregare santi]. C’è proprio da crederlo.
Un testo di “Peppino Cavarra” dedicato a San Sano, che è un santo che non esiste. La particolarità di San Sano è che tutti quelli che gli si rivolgono per chiedergli una grazia, ottengono come effetto che gli va a finire peggio.